Il gruppo Ri-mediare riunisce professioniste\i provenienti da discipline diverse – economia, arte, sociologia, medicina, legge, cultura, filosofia, linguaggio, , , urbanistica, design – concordi sulla necessità di proporre nuove visioni, nuovi metodi e nuovi linguaggi per affrontare le contraddizioni contemporanee. L'Istituzione Minguzzi partecipa ai laboratori di elaborazione e confronto del Gruppo Ri-mediare condividendone in particolare l'impegno per la promozione di un nuovo collaborativo fondato sullo sviluppo di relazioni solidali e il contrasto alle disuguaglianze.
E' quindi con piacere che diffondiamo su questo blog la Carta Ri-mediare, con in allegato l'elenco di coloro che hanno partecipato alla sua elaborazione e di quanti la condividono e sostengono.

“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Art.3 della Costituzione italiana
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In questi ultimi anni alle numerose emergenze pre-esistenti si sono uniti gli effetti della pandemia, della , dell'aggravamento della povertà, delle condizioni di , della situazione ambientale, sanitaria, educativa.

Premessa a molte delle specifiche criticità rilevate è la permanente diseguaglianza di condizioni e di opportunità che si è intensificata in conseguenza della caratteristica sindemica della crisi, che interseca e fa interagire contemporaneamente tutti questi aspetti.

Una disorganica distribuzione di risorse, la diffusa condizione di precarietà occupazionale e sociale unitamente all'assenza di tutele che non garantisce adeguatamente il riconoscimento professionale, la dignità e continuità del si incrociano costantemente con l'aleatorietà della formazione nel nostro Paese. In ogni ambito, troviamo, infatti, una forte carenza di connessione tra i bisogni sociali reali e la costruzione di professionalità interdisciplinari attrezzate a rilevarli, interloquire con essi, co- progettare e accompagnare realizzazioni, verifiche e nuove progettazioni.

Si tratta di una crisi complessiva che richiede un sostanziale ripensamento e riprogettazione ecosistemica del modello di sviluppo che migliori la qualità della vita delle persone, delle comunità, dei territori e dell'ambiente.

L'analisi e il confronto intorno ad alcuni di questi fenomeni e criticità ha prodotto il testo “Rimediare/Ri-mediare” e ha attivato un confronto, tuttora in corso, tra oltre 150 esperti che operano in numerose e significative organizzazioni del Paese, attive in settori che vanno dalla salute all', dalla cultura all'urbanistica, dall'ambiente alla rigenerazione urbana, dalla al digitale, dall'assistenza allo sport.

Sono state realizzate diverse iniziative, tra cui la pubblicazione del volume “In Dialogo. Appunti per una cultura della complessità” ed alcuni forum: “In Dialogo” (DAMSLab, Bologna, 5 luglio 2022) e “Luoghi e forme sociali” (Hangar Piemonte, Torino, 4 novembre 2022), che hanno portato all'elaborazione di questa Carta Ri-mediare, al fine di proporre percorsi e strategie per affrontare le problematiche in atto, strutturare delle alleanze tra i partecipanti, confrontarsi con altre realtà e interloquire con decisori pubblici e privati su possibili policy e interventi.

In un contesto in cui la frammentazione, le diseguaglianze e la disintermediazione accentuano fenomeni di chiusura in ambiti sempre più ristretti da parte sia delle forme associate, sia dei singoli, le tradizionali forme di rappresentanza si sono indebolite o sono venute sempre meno nella loro funzione democratica. Si è quindi voluto creare, tra le numerose organizzazioni e persone, la piattaforma nazionale Ri-mediare. È una piattaforma di interazione collaborativa grazie a cui sia possibile contribuire a delineare ed approfondire:

  • un sistema di valori orientato a trasformare una realtà che appare da ri-mediare unitamente alla consapevolezza che la responsabilità di progettare e trasformare il Paese debba essere condivisa tra attori politici, attori sociali ed economici, i/le cittadini/e delle diverse età e anche tra le nostre stesse organizzazioni;
  • percorsi di trasformazione mediante visioni, obiettivi, metodi e linguaggi;
  • relazioni reciproche che hanno costruito o rafforzato, tra le persone e le organizzazioni coinvolte, un capitale sociale costituito da esperienze, saperi, capacità, competenze e pratiche fondate sulla fiducia, la mutualità e la cooperazione.

La piattaforma aperta che si è così originata è, e vuole essere, uno spazio di apprendimento, una comunità di pratiche, di socializzazione, di elaborazione di proposte, nella diversità e complementarità delle singole specificità.

Dai confronti avvenuti sono emersi diversi temi, tra questi uno in modo particolare è risultato strategico sia perché rappresenta il crocevia di intersecazione e connessione tra esigenze, criticità, opportunità, sia perché su di esso si concentreranno molte delle risorse finanziarie disponibili in questi anni.

Si tratta dei luoghi considerati nelle diverse dimensioni e caratteristiche: fisiche, ambientali, simboliche, culturali, relazionali, comunitarie, etiche, politiche, del , dell'apprendimento, della formazione, della cura.

 

Luoghi

I luoghi sono snodi essenziali per la costruzione di ecosistemi abilitanti e per lo sviluppo di “pratiche di accompagnamento”.

I luoghi, considerati nel loro insieme come ecosistemi aperti di persone e natura, sono contemporaneamente infrastrutture fisiche e infrastrutture immateriali dove si svolgono le forme e le pratiche del , della cura, dell'apprendimento, della cultura, della democrazia, della generazione, della rigenerazione.

Sono antenne, presidi, reti che necessitano di essere ripensati e costruiti con visioni, progettazioni e competenze adeguate agli scenari odierni, per rispondere efficacemente a bisogni di accoglienza, solidarietà, benessere, convivenza, uguaglianza nelle opportunità, superando concezioni e relazioni con i cittadini improntate alle logiche del consumatore e del fruitore.

Sono sistemi aperti di incontro, emersione di necessità, di idee e di risposte individuali e collettive. Individui e comunità che li abitano non sono solo portatori di bisogni che devono essere soddisfatti, ma anche attori capaci di individuare scelte progettuali che ne determinano evoluzioni e trasformazioni.

Intendiamo la complessità dei luoghi come ecosistemi abilitanti, attrezzati a sostenere lo sviluppo delle pratiche attraverso un di accompagnamento fatto di osservazione, mappatura, sostegno, valutazione, confronto e messa in relazione secondo un'etica comune costruita su fini e valori dichiarati e perseguiti. Pensiamo che processi e pratiche di accompagnamento siano necessari ad attivare e seguire, in modo duraturo e sostenibile,

, percorsi, azioni, trasformazioni.

Nel nostro Paese sono presenti numerosi esempi di pratiche complesse di trasformazione e innovazione sociale, riuscite, che operano nelle direzioni su indicate. Si tratta di esperienze di generazione e rigenerazione dei territori, condotte da soggetti istituzionali, da enti privati, da imprese del terzo settore, dall'associazionismo, da cittadini attivi, e spesso fondate e sviluppate grazie alla messa in campo di alleanze e partnership multisettoriali e multiprofessionali.

Tali esperienze riguardano la costruzione di competenze, l'accompagnamento ai processi di capacitazione di persone e comunità, la progettazione e gestione di interventi sociali e culturali, la creazione di reti e infrastrutture territoriali di prossimità, la trasformazione dei modelli produttivi e organizzativi, la creazione di poli e piattaforme per l'aggregazione e lo sviluppo della partecipazione civica e democratica e di nuove forme di imprenditoria sociale e culturale.

È necessario riconoscere da un lato la valenza pubblica e il valore civico di tali pratiche e dall'altro, sulla base delle sperimentazioni, dei risultati e delle criticità che si sono evidenziate, trasformare i luoghi esistenti e progettare quelli futuri della cura, della cultura, dell'apprendimento previsti nei diversi programmi: case di comunità, asili, scuole, aree rurali e montane, aree sportive, centri culturali, centri sanitari, piani urbanistici ecc.

La valorizzazione di centri e presidi non potrà prescindere da un'azione che agisca sia sugli squilibri e sulle diseguaglianze conseguenti alla differente presenza di infrastrutture, personale, competenze e risorse tra le diverse aree del Paese, sia da una programmazione dell'utilizzo dei fondi che preveda la realizzazione, la gestione e la sostenibilità di infrastrutture fisiche e sociali.

A tal fine sarà necessario predisporre e/o integrare strumenti normativi, procedurali ed economici che superino la temporaneità e la sporadicità di molte esperienze, per permettere percorsi di radicamento e permanenza nei territori, applicando quindi efficacemente alcuni strumenti normativi vigenti (patti educativi, patti di collaborazione, beni comuni, legge del terzo settore, ecc.) e rivedendo l'utilizzo di altri istituti normativi (bandi, concessioni, contributi, ecc.) per favorire percorsi di collaborazione e interventi che sostengano processi, non solo .

 

Visioni

Avere delle visioni per noi significa condividere uno sguardo sul futuro possibile di una città, un territorio, un Paese, significa pensare e declinare “come vorremmo che fosse”. Significa elaborare e dichiarare una visione della “polis” che non è solo amministrativa, né solo appannaggio dei politici poiché riguarda tutti/e.

In questo senso le visioni implicano scelte di valori, strumenti, metodi e necessitano di sguardi e di pensieri lungimiranti e ben ancorati nella storia e nel presente.

Un primo valore che intendiamo sostenere è la necessità e l'importanza di un dialogo che consenta il confronto e la messa a fuoco di visioni anche differenti, proprie, ad esempio, di diverse discipline, ambiti professionali, esperienze, competenze, culture, età. Il dialogo da valore dovrebbe diventare anche metodo di lavoro sia tra le reti delle organizzazioni e i vari enti che si occupano di cultura, salute, formazione, sia nel rapporto con le persone e i luoghi nei quali si intende operare, sia ancora nei confronti dei decisori politici e amministrativi pubblici e privati.

Si è parlato e si parla molto di partecipazione, ma la partecipazione, se intesa in modo immediato e superficiale, rischia di non essere sufficiente ed efficace se non si costruiscono condizioni e luoghi all'interno dei quali si possa progettare e realizzare una concreta partecipazione attiva e responsabile che non sia appannaggio solo di alcuni ceti e fasce di cittadini.

Nello spirito della partecipazione attiva l'esigenza è quella d'inserire le persone al centro dei con un'attenzione capillare e la capacità di essere nella realtà di ogni territorio, di affidarsi a chi lo vive per disegnare e sostenere istituzioni e servizi che permettano non solo l'emergere dei bisogni, ma anche delle potenzialità e dei desideri.

Si deve tendere ad un di comunità che conosce e valorizza le diversità personali, culturali, le

diverse accessibilità, le fragilità, le dinamiche generazionali e intergenerazionali con attenzione particolare alle fasce giovanili e ai più anziani.

Il culturale deve diventare forza generativa di comunità e può produrre benessere favorendo l'accessibilità attraverso una maggiore diffusione dell'offerta culturale su tutti i territori; incentivando la partecipazione culturale delle comunità di cittadini; cogliendo e rilanciando la domanda di partecipazione di soggetti anagraficamente appartenenti tanto all'età dei nativi digitali quanto all'età adulta o anziana; favorendo la ricerca e la maturazione di una consapevolezza nuova rispetto alla relazione tra digitale e cultura.

Le policy dovrebbero tendere a co-costruire una nuova responsabilità politica, un nuovo patto con i cittadini nel quale la politica si assume il compito di far emergere e tener conto di disagi, bisogni, risorse, desideri per trasformarli in spinta per il cambiamento.

 

Metodo e Strumenti

Pensiamo sia necessario che la riflessione sul metodo accompagni ogni processo sociale e la consapevolezza della sua centralità diventi prioritaria nelle policy e nelle loro realizzazioni.

Si tratta di un elemento essenziale per la messa in atto dei processi trasformativi. Bisogna superare modalità di riflessione e pensiero semplificatorio, riduzionistico, meccanicistico, che non fanno cogliere le connessioni e l'interdipendenza tra i fenomeni in atto. Bisogna favorire la conoscenza e l'apprendimento attraverso la riflessione e l'esperienza complessa, l'esercizio della memoria storica, il confronto e la collaborazione transdisciplinare e transettoriale. Si tratta di imparare a riconoscere, attraverso l'esperienza, gli errori, le valutazioni e gli impatti portandoli a consapevolezza metodologica e progettuale.

In tutto ciò, occorre apprendere la gestione proattiva del conflitto dal quale non possono esimersi progettazioni e realizzazioni autenticamente partecipate in ogni loro fase.

 

Competenze

Trasformare, progettare e gestire luoghi esistenti e nuovi luoghi richiede un profondo rinnovamento e aggiornamento di competenze. È necessaria un'attenzione specifica all'ambiente, alla transizione digitale, alla sostenibilità, alla partecipazione, all'apprendimento continuo. Sono necessarie figure professionali dotate di competenze specifiche e trasversali.

Abbiamo bisogno di sguardi intrecciati e intersecati per comprendere e affrontare i fenomeni odierni. Bisogna costruire e sviluppare l'unità scuola--sanità-cultura-ambiente come sistema integrato nel quale è importante lavorare per introdurre e stabilizzare professionisti adeguati e preparati alle pratiche attive e proattive di cura, apprendimento, formazione, cultura.

Sostenere lo sviluppo di tali competenze sia nel settore pubblico, sia in quello del privato, richiede piani di accompagnamento, formazione e aggiornamento professionale mirati e adeguati ai programmi e ai che saranno da realizzare nei diversi ambiti.

Tale percorso di adeguamento e sviluppo di competenze e abilità non può prescindere dall'affrontare la grave situazione di mancanza di organici e specifiche professionalità nei diversi settori e la fragilità del lavoro e dei lavoratori (disoccupazione, precarietà, burnout, dequalificazione, demotivazione.)

 

Co-progettazione e co-programmazione

La co-progettazione e la co-programmazione sono strumenti fondamentali di trasformazione nei quali si coagulano visioni, competenze, alleanze, ecosistemi abilitanti e pratiche di accompagnamento nei diversi ambiti e luoghi.

Per co-progettazione e co-programmazione si intende l'attivazione di dispositivi complessi attraverso i quali realizzare le politiche di trasformazione strutturale del Paese, superando meccanismi di de-territorializzazione e accesa competizione. Sono strumenti collaborativi da

introdurre in modo ampio e diffuso sia nelle procedure amministrative pubbliche sia nelle pratiche sociali delle organizzazioni.

Se vengono create le condizioni necessarie affinché tali strumenti si sviluppino in modo effettivo e permanente, essi sono in grado di rendere efficace il di comunità, produrre innovazione, intercettare e rispondere in modo più adeguato ai bisogni, generare ambienti collaborativi, creare, generare e rigenerare legami e relazioni di comunità.

Co-programmare e co-progettare significa attrezzarsi a ogni livello per instaurare modalità continuative di dialogo. Questo passa attraverso alcune condizioni: la volontà politica dei decisori, delle organizzazioni pubbliche e private e delle comunità dei cittadini, la costruzione condivisa di una cultura della complessità.

Il fine è: allestire dispositivi stabili di confronto e partecipazione con tutti gli attori che accompagnino i processi realizzativi; realizzare luoghi (contenitori fisici, relazionali e simbolici) e contenuti dei luoghi (processi che in essi si svolgono); condividere le ipotesi di soluzione con tutti gli attori (cittadini, decisori, operatori); condividere gli esiti della realizzazione; valutare gli impatti e la coerenza tra realizzazione e risultato; ri-coprogettare.

Co-progettare, co-programmare è difficile, non sono meccanismi, ma punti d'arrivo e di transito di riferimento fondamentale per la trasformazione sociale verso una maggiore e qualificata democrazia. Necessitano dunque di essere previsti e sostenuti.

 

Si può fare

Nel laboratorio Ri-mediare, hanno partecipato e tuttora intervengono: medici, psicologi, urbanisti, giuristi, docenti, educatori, psicoterapeuti, economisti, curatori, attori, architetti, artisti, pedagogisti, amministratori, bibliotecari, funzionari pubblici, designer, comunicatori, massmediologi, sociologi, formatori, informatici, appartenenti a organizzazioni, associazioni, istituzioni italiane, che hanno elaborato sempre in ambiente transdisciplinare e transettoriale possibili direzioni di sviluppo, raccomandazioni e proposte sia per la trasformazione, la valorizzazione e il sostegno di luoghi e pratiche presenti nel Paese, sia per la progettazione e gestione di alcune future infrastrutture previste dal PNRR e da altri piani e programmi.

Si tratta di direzioni di sviluppo, strategie e proposte scaturite dalle riflessioni e valutazioni condotte da operatori che lavorano in tali ambiti e comparti, dalle analisi delle criticità, dei bisogni, e delle esigenze evidenziate da comunità di cittadini, reti e professionisti, da alcune esperienze in corso.

Attualmente il lavoro di approfondimento si è concentrato su alcuni ambiti e luoghi specifici: la cura (case di comunità e creazione di benessere); la cultura (centri culturali, biblioteche, ecc.); l'apprendimento e la formazione (patti educativi, scuole e territorio ecc.).

Sono indicazioni riguardanti percorsi, modalità e strumenti di tipo progettuale, normativo, economico e gestionale avanzati con la consapevolezza che solo con delle concertate politiche ed elaborati piani strategici di scala nazionale e locale si possa costruire un diffuso ed efficace di comunità, valorizzare e sviluppare quanto di risolutivo è stato sperimentato, produrre innovazione sociale per agire nella reale complessità odierna.

MAGGIO 2023

 

FIRMATARI

Professionisti e organizzazioni che hanno preso parte all'elaborazione:

  1. Aldo Garbarini, Gruppo Ri-mediare, condirettore collana “Pubblico Professioni Luoghi della Cultura” ed. Franco Angeli
  2. Alessandra Carbonaro, già deputato
  3. Alessandra Gariboldi, project manager, ricercatrice
  4. Alessandra Rossi Ghiglione, direzione artistica e ricerca, Social Community Theatre Centre Università di Torino, CCW- Cultural Welfare Centre
  5. Alessandra Simonetto, psicoterapeuta, cooperativa Arcipelago (Centro Gruppoanalisi applicata), associazione APRAGI
  6. Alessandro Bollo, Gruppo Ri-mediare, manager culturale, presidente Officina della Scrittura
  7. Alma Gentinetta, Gruppo Ri-mediare, psicoterapeuta, gruppoanalista, cooperativa Arcipelago (Centro Gruppoanalisi applicata), associazione APRAGI
  8. Amalia Santiangeli, Consigliera Comunale Città di Torino, amministrazione cooperativa Arcipelago (Centro Gruppoanalisi applicata)
  9. Andrea Morniroli, Forum Diseguaglianze Diversità, cooperativa Dedalus
  10. Andrea Paolucci, regista, Teatro dell'Argine
  11. Anna Croni Bono, psicoterapeuta, gruppoanalista, presidente cooperativa Arcipelago (Centro Gruppoanalisi applicata), associazione APRAGI
  12. Annalisa Cicerchia, Gruppo Ri-mediare, economista della cultura, vicepresidente Cultural Welfare Center
  13. Antonella Agnoli, consulente culturale, CCW- Cultural Welfare Center
  14. Antonio Taormina, docente, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
  15. Arianna Ballati, Gruppo Ri-mediare, psicologa, antropologia della salute dei sistemi complessi, nutrizione e nutraceutica
  16. Associazione AGITA per la promozione della cultura teatrale- artistica nella scuola e nel sociale
  17. Associazione CheFare agenzia per la trasformazione culturale
  18. Associazione Circola-cultura, e idee in movimento
  19. Associazione Internazionale #DiCultHer “Dino Buzzetti”
  20. Associazione Lo Stato dei luoghi
  21. Beatrice Sariosek, progettista culturale
  22. Beppe Rosso, regista, A.M.A Factory/Fertili Terreni Teatro
  23. Bertram Maria Niessen, progettista, docente, organizzatore, presidente e direttore scientifico CheFare, agenzia per la trasformazione culturale
  24. Catterina Seia, presidente CCW Cultural Welfare Center
  25. Cristiana Novero, psicologa, psicoterapeuta, gruppoanalista, associazione APRAGI, cooperativa Arcipelago (Centro Gruppoanalisi applicata)
  26. Cristina Palumbo, progettista culturale per le arti sceniche, componente CdA Teatro Stabile del Veneto Teatro nazionale
  27. Davide Quadrio, direttore, Museo di Arte Orientale, Torino
  28. Debora Pierri, Gruppo Ri-mediare, vice presidente circolo ARCI Ziggy Club Torino
  29. Eleonora Gasparini, psicoterapeuta, gruppoanalista, associazione APRAGI, cooperativa Arcipelago (Centro Gruppoanalisi applicata)
  30. Eleonora Gerbotto, direttrice ente culturale
  31. Eleonora Maria Mele, dottoressa in Scienze della formazione primaria, esperta in innovazione didattica
  32. Enrico Gentina, formatore, organizzatore eventi TEDx
  33. Enzo Papalia, psicopedagogista, partner in Mida
  34. Erika Capasso, presidente di Fondazione Innovazione Urbana, Bologna
  35. Ezio Manzini, Gruppo Ri-mediare, professore onorario Politecnico di Milano, presidente DESIS network
  36. Fabio Guida, Co-fondatore di Print Club Torino e co-direttore di Graphic Days
  37. Fabio Naggi – As.T.Ra /AGIS e Unoteatro S.C.S.E.T.S.
  38. Fabio Viola, Gruppo Ri-mediare, game designer
  39. Francesco De Biase, Gruppo Ri-mediare, co-direttore collana “Pubblico, Professioni e Luoghi della Cultura” ed. Franco Angeli
  40. Francesco Maltese, Gruppo Ri-mediare, ex-responsabile Unità Operativa Sistema Culturale Urbano (Città di Torino), responsabile Progetto Dire Fare BuonAbitare (Fondazione Dravelli)
  41. Gabriella Rosone, psicologa, psicoterapeuta, associazione APRAGI, associazione Nexus, cooperativa Arcipelago (Centro Gruppoanalisi applicata)
  42. Gaetano Sateriale, coordinatore CERS Emilia Romagna Sostenibile
  43. Gian Maria Aiani, professore ordinario presso DIST, Università e Politecnico di Torino.
  44. Gimmi Basilotta, direttore artistico Compagnia Il Melarancio e presidente nazionale ANCTI AGIS
  45. Giovanni Limone, responsabile culturale, Dipartimento Cultura, Sport, Grandi eventi e Promozione turistica, Servizio Attività Culturali, Città di Torino
  46. Giulia Allegrini, Gruppo Ri-mediare, ricercatrice (Sociologia dei processi culturali e comunicativi) Università di Bologna
  47. Giuliana Ciancio, ricercatrice presso University di Anversa e fondatrice e cultural manager presso Liv.in.g (Live Internationalization Gateway)
  48. Giulio Stumpo, Liv.in.g (Live Internationalization Gateway)
  49. Isabella Quaia attrice e operatrice teatrale Agita.
  50. Laura Bigoni, Gruppo Ri-mediare, attrice, dottoranda di ricerca Università di Strasburgo
  51. Linda Eroli, organizzatrice teatrale, presidente ASSITEJ Italia
  52. Loredana Perissinotto, Gruppo Ri-mediare, presidente AGITA e condirettrice collana Pubblico, Professioni e Luoghi della Cultura, ed. FrancoAngeli
  53. Lorenzo Donati, ricercatore, giornalista
  54. Luca Negrogno, Istituzione G.F. Minguzzi– Città Metropolitana di Bologna
  55. Lucio Argano, Gruppo Ri-mediare, docente di progettazione culturale, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano
  56. Luisella Pianarosa, psicologa, psicoterapeuta, associazione APRAGI
  57. Manuela Serra psicologa, psicoterapeuta, associazione APRAGI, Cooperativa Arcipelago (Centro Gruppoanalisi applicata)
  58. Mara Loro, PM e Direzione Hangar Piemonte
  59. Maria D'Ambrosio – professore associato di Pedagogia Generale e Sociale Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, direttore gruppo di ricerca ‘embodied education', presidente F2Lab aps
  60. Marta Gianaria, psicoterapeuta, gruppoanalista, cooperativa Arcipelago (Centro Gruppoanalisi applicata), associazione APRAGI
  61. Martina Bovo, ricercatrice, Politecnico di Milano
  62. Matteo Negrin, manager culturale, direttore Fondazione Piemonte dal Vivo
  63. Massimiliano Zane, progettista culturale, consulente in economia della cultura
  64. Matteo Serra, Gruppo Ri-mediare, laurea magistrale in Pubblica e Politica
  65. Maurizio Grandi, Gruppo Ri-mediare, oncologo, immunoematologo, bioetico, specializzato in etnofarmacologia ed etnomedicina, direttore poliambulatorio e Centro di ricerca La Torre
  66. Mimma Gallina, organizzatrice teatrale, Ateatro
  67. Monica Marcasciano, Gruppo Ri-mediare, corsista Master Industria del Cinema Università di Bologna
  68. Monica Ranieri, associazione Nexus, ASL Città di Torino
  69. Paola Vassuri, già pedagogista del Comune di Bologna, componente del GNNI (Gruppo Nazionale Nidi )
  70. Patrizia Mazzoni, attrice, regista-formatrice-operatrice teatrale, associazione AGITA
  71. Pierluigi Musarò, professore ordinario di Sociologia, Università di Bologna,
  72. Renata Coluccini, regista e drammaturga, vicepresidente ASSITEJ Italia
  73. Renato Quaglia, Gruppo Ri-mediare, direttore, FOQUS (Fondazione Quartieri Spagnoli, Napoli)
  74. Riccardo Balestra, Gruppo Ri-mediare, gestione, supporto e coordinamento Auser Territoriale Bologna ODV- ETS e Casa di Quartiere Stella
  75. Roberta Paltrinieri, Gruppo Ri-mediare, professore ordinario Università di Bologna, direttore DAMSLab Bologna
  76. Saura Fornero, Gruppo Ri-mediare, psicologa, psicoterapeuta, associazione e Centro Clinico Nexus, associazione APRAGI
  77. Simone Arcagni, Gruppo Ri-mediare, professore Università di Palermo, curatore, divulgatore e consulente
  78. Simone Schinocca, fondatore e direzione artistica Tedacà
  79. Viola Scaglione, direttrice BTT Balletto Teatro di Torino

Professionisti e organizzazioni che condividono e sottoscrivono:

  1. Alberto Baratti, medico chirurgo, specialista in Medicina del Lavoro, direttore SCI Medicina del Lavoro ASL CN 1/ ASO S. Croce e Carle di Cuneo
  2. Alda Cosola, psicologa di comunità e psicoterapeuta, responsabile promozione della salute ASL TO3
  3. Andrea Lazzara, psicologo, tesoriere Ordine Psicologi Piemonte.
  4. Andrea Minetto, manager culturale e docente dello spettacolo dal vivo
  5. Anna Detheridge, presidente e fondatrice di Connneting Cultures, Fondazione per le Arti, l'interdisciplinarietà e la Ricerca (FAIR)
  6. Anna Rosa Favretto, professoressa ordinaria di Sociologia, Università degli Studi di Torino.
  7. Antonella Giani, presidente associazione Giardino Forbito
  8. Antonella Parigi, presidente Torino Città per le Donne
  9. ASSITEJ ITALIA – Associazione italiana di teatro per l' e la gioventù
  10. Berthin Nzonza, direttore associazione Mosaico
  11. Bruna Zani, professoressa Alma Mater Università di Bologna, Presidente Istituzione G. F. Minguzzi – Città Metropolitana di Bologna
  12. Chiara Alpestre, coordinatrice didattica dei Licei del Sociale di Torino
  13. Chiara Faini, coordinatrice Area Innovazione Culturale ed Economia Urbana della Fondazione Innovazione Urbana
  14. Chiara Sonzogni, architetta, giornalista pubblicista e ricercatrice
  15. Claudio Tortone, medico di Sanità Pubblica, DoRS Regione Piemonte – ASL TO3
  16. Debora Giordi, artista, docente e coreografa nell'ambito delle arti performative
  17. Elvio Raffaello Martini, psicologo di comunità e formatore, associazione BuonAbitare
  18. Emanuela Pergolizzi, Gruppo Ri-mediare, project manager
  19. Federica Patti, architetta, insegnante di tecnologia e ricercatrice indipendente
  20. Ferruccio Cremaschi, direttore Zeroseiup
  21. Francesca Battistoni, social seed
  22. Francesco Mannino, per associazione Officine Culturali, impresa sociale ETS
  23. Franco Broccardi, dottore commercialista, partner BBS-Lombard
  24. Gaia Giovine Proietti, libero professionista percorsi di pratiche di filosofia
  25. Ginevra Siliotti, mediatrice museale
  26. Giovanni Ghibaudi, mediatore penale, sociale e scolastico, cofondatore associazione europea CrE.A
  27. Ilaria Reposo, direttrice di Print Club Torino e co-direttrice di Graphic Days
  28. Isabella Quaia, attrice e operatrice teatrale AGITA
  29. Lorenzo Donati, ricercatore e giornalista
  30. Lorenzo Ricca, manager culturale, imprenditore, presidente di Banda Larga APS e Va Lentino Srl società benefit
  31. Lucrezia Cippitelli, direttore Arthub, Milano/Shanghai/Hong Kong e curatrice Kunstverein (Milano)
  32. Marco Delsanto, infermiere ASL Città di Torino
  33. Marilena Lafornara, progettista culturale, (responsabile accessibilità, e bandi per la Fondazione Arturo Toscanini, Parma)
  34. Martina Bovo, ricercatrice, Politecnico di Milano
  35. Matteo Marchesi, performer e autore per la danza, associazione culturale Zebra
  36. Monica Cerutti, ricercatrice, dipartimento di informatica Università di Torino, Donne 4.0, Torino Città per le Donne, Torino Pride, Next Level
  37. Norma De Piccoli, professoressa ordinaria di e di comunità, Dipartimento di , Università di Torino
  38. Oliviero Ponte di Pino, presidente associazione Culturale Ateatro
  39. Peppe Coppola, operatore socio teatrale
  40. Pier Giorgio Turi, architetto e urbanista
  41. Riccardo Pollo, professore associato presso DIST Politecnico di Torino
  42. Stefania Dubla, curatrice MAAP-Atelier d'Arte Pubblica
  43. Tiziana Allegra, Business Developer Israel, vice presidente associazione Istituto Nazionale di Filantropia Filantropolis, advisor SAA LabNet, Business School Of Management Torino
  44. Vittorio Salmoni, architetto urbanista, coordinatore nazionale Città Creative Unesco

Giugno 2023