A un anno dalla scomparsa di e nel centenario della nascita di , proponiamo questo testo di che ritrova il filo teso tra due esperienze umane e professionali da mantenere come significativa “ viva”.

La fine di questo mese di maggio, nei giorni 26 e 27, ci propone due date estremamente significative per tutti coloro che hanno a cuore il educativo con bambini in difficoltà.

Venerdì 26 sarà passato un anno dalla scomparsa di . Sabato 27 ricorre il centesimo anniversario della nascita di . Su di loro è già stato scritto tantissimo e tanto ancora sarà sottolineato in occasione di quelle due giornate. Ci permettiamo qui di ricordarli non parlando di loro ma di quello che potremmo definire il loro trait d'union, ovvero , fratello di don Lorenzo, medico neuropsichiatra che per molti anni, a partire dagli anni '50, si è occupato di bambini e ragazzi con disabilità, in particolar modo nel campo delle paralisi cerebrali infantili, chiamati allora “gli spastici”, all'interno del Centro Motoria “Anna Torrigiani” di Firenze, promosso dalla sede locale della Croce Rossa. Ne parliamo prendendo anche a prestito alcuni virgolettati da volumi a lui dedicati.

Il secolo scorso, attraversato da eventi politici e bellici di portata mondiale, è stato, nella sua estensione temporale, soprattutto nella sua seconda metà, di grande fermento sociale, di enorme arricchimento culturale e tutto ciò ha condotto a un nuovo assetto legislativo e normativo, in particolar modo a partire dagli anni Settanta, dopo i movimenti del Sessantotto“. Citiamo tra i tanti atti la nascita delle Regioni e delle competenze ad esse attribuite, i referendum su divorzio e aborto, la riforma sanitaria e la nascita del , la legge 180 “Basaglia” in ambito psichiatrico, la legge 517 sulla integrazione scolastica degli alunni con disabilità. “Se queste leggi sono state e sono fondamentali per procedere nell'attuazione di forme di integrazione scolastica e sociale, evidentemente qualcosa prima è accaduto che ha condotto a questa normativa, che ha spinto, voluto, lavorato affinché la direzione esistenziale delle persone disabili prendesse sempre più senso e riconoscimento sociale. In quest'ottica si colloca la figura di , fratello di , che nella sua vita si è occupato di persone con disabilità e in particolare di bambini e ragazzi con paralisi cerebrali infantili“…contribuendo, assieme a tanti altri operatori italiani, in ambito sanitario riabilitativo, sociale, educativo, a porre le basi su due pilastri dell'approccio alla disabilità: un intervento che sia assieme bio-psico-sociale (leggasi ai giorni nostri ICF e Convenzione ) e ancora il interdisciplinare e relative organizzazioni e prassi di collaborazione tra le varie amministrazioni e tra queste e il tessuto associativo, le risorse territoriali, le stesse persone con disabilità e le loro famiglie.

Nella cultura attuale della disabilità, sviluppatasi dai primi anni duemila, molto segnata da un approccio politico-culturale e dal tema dei , attraverso parole d'ordine come , accessibilità, discriminazione, spesso si sente dire che è necessario “superare/abbandonare il classico modello medico” per un approccio in linea con ICF e Convenzione di tipo bio-psico-sociale. Nei fatti, e nella e sue semplificazioni, alla fine troviamo molto “sociale”, qualcosa di psico e il bio sembra sparire anche se ovviamente permea di sé tra le righe, nel progressivo sedimentarsi delle culture, anche parte di ciò che è sociale o psicologico.

Questo capita un po' per motivi ideologici, e non apriamo qui la parentesi in materia pur se interessantissima, ma anche molto per “ignoranza”, ovvero per mancanza di conoscenza su quella che è la cultura sanitario/riabilitativa e la sua storia che non è certo ferma agli Istituti e alle ferraglie ortopediche “che volevano raddrizzare i corpi”. Capita che gli operatori sanitari, nei loro percorsi formativi, entrino in contatto, chi più chi meno, con le discipline sociali e soprattutto, e in particolar modo nella nostra regione, ne respirino quotidianamente il clima dato il peso del sociale nelle politiche e nella cultura dei nostri territori. Non capita in egual misura il contrario per molti degli operatori sociali, probabilmente più per le/gli assistenti sociali che per gli educatori/ici, che, salvo lavorino in servizi dedicati specificatamente alla disabilità, hanno ben poche occasioni per entrare nel merito del rapporto tra deficit e sviluppo sensomotorio…limitandoci qui a parlare dei bambini con disabilità.

Le stesse tematiche, anche se in un contesto diverso, le troviamo all'interno del tessuto associativo della disabilità (intendendo sia l'associazionismo vero e proprio che i fenomeni di ), nelle sue dinamiche evolutive nel continuo di spola tra sanità e sociale e nel suo polarizzarsi a volte, alla luce dei dati anagrafici, tra il non occuparsi per niente di aspetti sanitari o, al contrario, farsi esso stesso parte del sistema e del dibattito sanitario-riabilitativo.

C'è poi infine un tema potremmo dire di “”, e qui ci colleghiamo ad una delle attività del Minguzzi che è il progetto “Memorie vive” e al sottogruppo di in tema di disabilità, per ricordare, se ce ne fosse bisogno, la profonda impronta lasciata nella storia dei della nostra città da due medici, anche loro neuropsichiatri, come ed Alessandro Ancona, entrambi assessori del Comune.

Tornando ad , segnaliamo tre volumi dedicati alla sua vicenda: il primo di Mariana Spaducci, edito da Edizioni Conoscenza nel 2015 e dal titolo From cure to care. La realtà dell'utopia di . Il secondo saggio, del 1996, è curato da Serenella Besio e M. Grazia Chinato per le edizioni E/O, dal titolo L'avventura educativa di . Storia di un protagonista dell'integrazione dei disabili in Italia. Il terzo è un romanzo di Michele Cecchini E questo è niente, pubblicato da Bollati Boringhieri nel 2021, liberamente ispirato alla figura di Adriano Milani e di cui si parla in questo articolo della edizione fiorentina di Repubblica https://bit.ly/3LGoStw (tutti i volumi sono disponibili nelle biblioteche bolognesi – vedi https://sol.unibo.it/SebinaOpac/.do ).

Segnaliamo anche il bel racconto della esperienza umana e professionale di Milani Comparetti fatto da Paola Sarti ed Anna Gidoni ad un convegno organizzato presso la sede della Camera a Roma alcuni anni fa e disponibile su youtube https://www.youtube.com/watch?v=0GLnV4D_gKo