Sin dai primi passi del progetto regionale “Teatro e salute mentale” il ruolo dell’associazionismo e del volontariato è apparso centrale. Attraverso la collaborazione di attori, operatori sanitari, volontari, associazioni e famiglie è stato possibile promuovere il protagonismo e il benessere delle persone, in un intreccio virtuoso fra cultura, sociale e sanità.
L’11 dicembre al Teatro Arena del Sole di Bologna è stato presentato, nell’ambito del convegno nazionale TO BE (Il Teatro Offre Bellezza ed Emancipazione), il Manifesto di un teatro per e nella salute mentale, un manifesto costruito a partire dal contributo di attori, registi, operatori socio-sanitari, volontari e amministratori che operano sul contesto nazionale.
Il convegno ha rappresentato anche l’occasione per ripercorrere gli albori del progetto regionale Teatro e salute mentale e ricordare quali soggetti avevano portato un contributo attivo alla nascita e allo sviluppo del percorso. È parso subito chiaro che, sin dalle prime fasi di ideazione, è stato fondamentale il contributo delle associazioni di familiari e di chi vive situazioni – temporanee o prolungate, semplici o complesse – di disagio mentale, nonché di alcuni Centri di servizio per il volontariato dell’Emilia-Romagna (fra i quali quello di Bologna, VOLABO), alcuni DSM dell’Emilia-Romagna e l’Istituzione G.F. Minguzzi. Il ricordo è andato al progetto sovra-provinciale “Prassi e riflessioni teoriche in rete per il benessere sociale”, sostenuto dai CSV e gestito da UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale). La sua realizzazione si concluse, poco prima della nascita del progetto regionale Teatro e Salute Mentale, con la rassegna teatrale Bandiere di maggio, che da Ferrara a Forlì, passando per Reggio Emilia, Bologna, Imola, mise in risalto lavori teatrali che avevano preso la luce all’interno dei DSM. Questi lavori, risorgendo dalle ceneri dei residui manicomiali, divennero subito belle bandiere di un difficile, esaltante processo volto a trasformare l’esclusione in interrogazione, ascolto, nuova socialità, immaginazione, arte. Ma, soprattutto, divennero impulso per dare vita a quello che nel 2016 è divenuto un magico intreccio fra cultura, sociale e sanità. Da allora tanta strada è stata fatta. Oggi non ci sono soltanto associazioni di volontariato composte da persone direttamente prossime alle tematiche della salute mentale; solo nella nostra Regione si contano decine e decine di realtà culturali impegnate in attività di teatro in quest’ambito o associazioni che, come E PAS e TEMP, mostrano come non possa esserci salute mentale senza partecipazione dei singoli e della cittadinanza alla costruzione delle nostre comunità. L’impegno dei volontari non è semplice, presi dalle vicende della quotidianità, dalla stanchezza e dalle fatiche che a volte sembrano richiamare quelle di SISIFO. Ma è proprio dall’interpretazione che di quel mito ci ha consegnato Camus che sappiamo che la lotta non è fine a sé stessa, ma funzionale ad accettare pienamente la nostra condizione di esseri vivente e a orientare la nostra vita. Oggi, in un tempo dilaniato da fanatismi, guerre e odio, più di ieri è fondamentale che le associazioni si raccolgano per portare un contributo al pieno protagonismo delle persone che stanno male e di chi vive loro accanto. E in tal senso il teatro è un importante volano funzionale a edificare comunità coese, a sostenere il singolo attraverso la forza del gruppo, a creare bellezza e cura. Oggi più di ieri le associazioni hanno a disposizione un potente strumento, consegnato loro dalla riforma del terzo settore: collaborare con le istituzioni per costruire nuove piste progettuali e risposte ai bisogni delle persone attraverso la coprogrammazione e la coprogettazione.
(Articolo pubblicato su E PAS E TEMP NEWS)
Cinzia Migani
Direttora Centro Servizi per il Volontariato
città metropolitana di Bologna (VOLABo)
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