Di in questo periodo si parla molto, anche su sollecitazione della Legge delega al Governo, emanata a dicembre 2021, che ha riportato il tema all'attenzione delle amministrazioni pubbliche, delle associazioni dedicate, della più ampia. Anche la stampa ne ha preso atto e, con le modalità che sono proprie della comunicazione giornalistica, interviene a volte in modo improprio, come ben evidenzia questo commento di , a seguito di un articolo apparso pochi giorni fa su diversi quotidiani. Condividiamo con l'autore l'importanza/la necessità di riflessioni più articolate e scientificamente basate, tenendo ben presente la delicatezza dei temi affrontati.

Avete senz'altro letto tutti della polemica sul questionario a Roma di cui tutta la stampa ha parlato, ma che solo sulla Agenzia quotidiano sanità (http://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=105808 ) viene corredato dalla edizione originale del questionario (americano, del 1989) che, contestualizzando le domande, lo fa apparire in una luce diversa da quella “sparata” dai titoli di stampa . Da notare che il questionario è presente in molti siti scientifici, di Università, aziende USL, società scientifiche, riviste scientifiche, e anche in quello dell'Istituto superiore di sanità.

Qui il testo del comunicato della FISH: “Il questionario dei pregiudizi. Ci risiamo, questa volta sono le stesse amministrazioni locali ad alimentare gli stigmi e i pregiudizi nei confronti delle persone con e dei loro familiari». Commenta così il Presidente Nazionale della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, Vincenzo Falabella, le due notizie rivelate da Repubblica Roma e Sky Tg24 secondo cui prima il Comune di Roma, e poi anche quello di Nettuno, in provincia di Latina, avrebbero predisposto dei questionari destinati alle famiglie con all'interno delle domande che evidenziano una arretratezza culturale che alimenta lo stigma arcaico e putrescente verso le persone con e le loro famiglie. E cioè: «quanto risentimento provi nei confronti di tuo figlio disabile?», è una di queste. E ancora: «da zero a quattro, quanto ti vergogni del tuo familiare?». «Con questo episodi, che purtroppo sappiamo essere non sporadici abbiamo veramente toccato il fondo. Ci troviamo all'interno di un baratro culturale», aggiunge Falabella: «stavolta rileviamo una cattiveria inaudita da parte delle amministrazioni pubbliche che avrebbero il compito, invece, di tutelare i più fragili, e non di alimentare pregiudizi»

Eppure, avendo sottomano il testo del questionario per poter contestualizzare le domande e capire se sono messe così brutalmente o hanno un filo che le lega ad altri ragionamenti…non sapendo se le stesse cose potevano essere indagate con parole diverse ad esempio……se davvero si è trattato di una traduzione fatta usando il traduttore di google alterandone l'originale significato del questionario americano “ Burden Inventory” del 1989, come qualcuno scrive…..
….Personalmente trovo che in quella presunta brutalità ci sia anche un lampeggiare di verità, di sentimenti ambivalenti e di vissuti drammatici che sarebbe bene aver cura di osservare senza partire solo con la caccia alla streghe della discriminazione e al “vecchio” culturale, che pur esistono e danno altrettanto drammatica prova della loro esistenza ogni giorno.

Già negli anni '70 in Italia Carla Gallo Barbisio (il suo volume più noto “I figli più amati”) raccontava dell'ambiguità dei sentimenti delle madri e dei padri verso i loro bambini con . Prima ancora ne avevano anche scritto studiosi di fama mondiale.

Il dolore, il tragico, la disperazione, il risentimento, la ricerca di una colpa esterna a sè, la fatica della propria libertà limitata, esistono e non basta Bebe Vio in cima ad un grattacielo a fare sparire queste condizioni che necessariamente devono essere comprese, aiutate, non colpevolizzate, accompagnate ad una comprensione e consapevolezza di sè e dell'altro che è un dato in divenire, tra inevitabili parzialità, tra inevitabili alti e bassi offerti dalle vicende della vita.

Il tema della comprensione dell'evento da parte dei genitori di un bambino con disabilità, ed in generale gli aspetti delle dinamiche famigliari in presenza di disabilità sono aspetti spariti dal dibattito pubblico, assorbito da tematiche più rassicuranti o comunque spendibili nel mercato del politically correct, relegati al massimo in qualche rivista specializzata medico scientifica.
Forse sarebbe bene riaprire il confronto anche su questi temi e accanto a quanto hanno da dire blogger, webmaster, attivisti e campioni paralimpici con disabilità rispolverare, organizzandole in modo divulgativo, anche qualche pagina di Maud Mannoni, Francoise Dolto, Donald Winnicott, Andrea Canevaro.

“Eppure la colpa sarà pure di qualcuno se sono così, andò avanti Davide a dire per un lungo periodo. Per sei mesi fu arrabbiato con me e sua madre, poi per un anno solo con sua madre. Poi i baci di Sara gli fecero capire che era amabile anche così, amabile e desiderabile. Qualche difettuccio lo mantenne comunque, come il farsi espellere dagli arbitri a basket per una sua certa troppo foga nel gioco e insofferenza ai falli che gli fischiavano”.


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