Una mattina di agosto, un prato accanto ad una chiesa spersa nella campagna romagnola dove si celebrava la festa dell'Assunta, una tazzina di caffè. Così ho incontrato dopo tantissimi anni un mio compagno delle elementari. Mi ha riconosciuto lui e mi ha chiesto se ero la Graziella.
Abbiamo frequentato insieme le elementari in una classe di 15 bambini e bambine, dei quali in due soli abbiamo superato l'esame di ammissione alla scuola media, non ancora obbligatoria.
Se usassimo le categorie di oggi, lui sarebbe considerato un alunno con BES (). Probabilmente sarebbe diagnosticato come deprivato cognitivamente e socialmente e avrebbe un insegnante di sostegno. In più, sarebbe segnalato come vittima di atti di bullismo da parte dei compagni. E forse anche degli adulti del paese. I maschi – diventati da grandi persone pienamente responsabili- si sono presi gioco di lui in tanti modi, fino ad arrivare a veri e propri atti di violenza fisica. Oggi ci avrebbero costruito una notizia per i media.
Le elementari le ha comunque terminate e poi…
Nella mattina di agosto mi ha raccontato che poi lui è andato in giro per imparare le lingue, facendo tanti mestieri precari, a cominciare dalla Germania e dal tedesco. Ora ne parla quattro, più il romagnolo, “la lingua certamente più difficile per chi non abita in questa terra, anche perché è solo orale”. L'italiano corre fluentemente e con grande appropriatezza.
In gioventù è diventato finanziere e in questo ruolo si è messo alla prova. Ha vissuto negli anni sessanta l'esperienza del controllo del terrorismo in Alto Adige e lì è cresciuto anche umanamente, imparando che “il coraggio è il mio mestiere”.
Un apprendimento che ha messo a frutto nei decenni successivi, quando è andato a vivere nei Paesi dell'Est europeo appena usciti dal controllo russo. Ha capito che quei popoli avevano voglia di muoversi e ha aperto una agenzia di viaggi che metteva in relazione in particolare la Repubblica ceca con la Romagna. Così è cresciuto anche economicamente…
E' una storia di vita che ci aiuta guardare con cautela la crescita percentuale di alunni segnalati con BES anche nella nostra Regione. Non per non mettere in atto buone strategie di prevenzione del disagio, ma per considerare anche la “pazienza” (degli adulti!) una risorsa educativa. E il discernimento delle abilità nei differenti contesti come una delle vie maestre per far maturare i bambini e i ragazzi.
Durante la chiacchierata d'agosto, il mio compagno mi ha detto. “ Tu eri la più brava della classe. Io non sono andato all'Università, ma ho raggiunto due lauree. Vivendo”.